giovedì 14 gennaio 2010

Il testo dell'adorazione di ieri sera



INNAMORATI DI DIO
momento di preghiera
con San Giovanni Apostolo
Coro Mezzogiorno di Fuoco, Pisa, 13.01.2010

San Giovanni Apostolo, l'innamorato di Dio,
fu testimone di ognuno degli avvenimenti
che oggi si meditano
come i cinque "Misteri della luce" del santo Rosario.

1. Canto ed esposizione del Santissimo Sacramento: Quando guardo alla tua santità

Primo mistero della luce
Il Battesimo di Gesù

2. Vangelo

Il giorno dopo Giovanni [il Battista] stava ancora là con due dei suoi discepoli* e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. [Gv 1,35-39]
* Giovanni ed Andrea

3. Meditazione

Uno dei due discepoli di Giovanni il Battista era san Giovanni Apostolo. Egli era discepolo del Battista, sempre attento nell’ascolto del suo maestro, e probabilmente fu anche un testimone del battesimo di Gesù. Il suo cuore fu rapito e sedotto dal Dio-Uomo, Gesù di Nazareth. Il cuore di un giovane, come tanti altri giovani. Un cuore alla ricerca impaziente di risposte alle domande esistenziali. Un cuore pieno di speranze e di piani per il futuro: amare, studiare, trovare moglie, il lavoro... Un cuore giovane, plasmabile, perseverante nella ricerca e nell'ascolto. "Ecco l'agnello di Dio" - queste parole del suo maestro, Giovanni Battista, furono come acqua per un mulino e hanno messo in moto tutto l'essere, l'amare e il ragionare del giovane Giovanni, tutte le sue forze spirituali, emozionali e razionali. Colui che ha cercato l’amore, fu immerso nella sua fonte, cioè nell'amore immenso, fresco ed inebriante di Dio. Andò e vide dove abitava Gesù, e ci rimase, al fianco di Dio fatto uomo, tutto in ascolto delle sue parole d'amore.

4. Canto: Davanti a questo amore

Secondo mistero della luce
Le nozze di Cana

5. Vangelo

Tre giorni dopo*, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni. [Gv 2,1-12]
* Quattro giorni dopo "l'innamoramento di Giovanni"

6. Meditazione

C'erano tanti "maestri" in quel tempo, ma Gesù è totalmente diverso. Giovanni deve imparare tanto, fin dall'inizio del suo cammino con Gesù. Il nuovo Maestro è ordinario e straordinario insieme. Partecipa alle nozze come un ospite, uno di tanti, sconosciuto, in incognito, uno che insieme agli altri assapora il vino. La sua ordinarietà - fame, sete, stanchezza, gioia, gesticolazione - viene contemplata, vissuta dai discepoli. E questo uomo riempie l'ordinarietà con la divina presenza operante nei miracoli. Moltiplica il vino. Il mistero viene scoperto e contemplato prima da Maria, poi dai servitori del vino, poi da colui che dirigeva il banchetto, finalmente dai discepoli, tra cui vi era Giovanni. Molti occhi, molte teste, molti testimoni stupiti, una tempesta di pensieri. Tutto e tutti devono essere ancora messi alla prova, testati nel crogiuolo della prosperità e delle contrarietà, della pace e delle persecuzioni, plasmati dall'amore divino per perseverare fino alla croce e ancora oltre.

7. Canto: Cristo Re

Terzo mistero della luce
L'annuncio del regno di Dio e l'invito alla conversione

8. Vangelo

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni [il Battista] era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzareth e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. [Mt 4,12-17.23-25]

9. Meditazione

L'innamoramento, per diventare amore, deve essere plasmato. Giovanni deve imparare a pregare, ad amare, a stare con Gesù e con gli altri in modo degno, opportuno per un discepolo del Figlio di Dio. Il "seminario" di Gesù durò qualche anno. Il Maestro "inseminava" il cuore di Giovanni della sua parola. Essendo Gesù la Parola di Dio stesso, Gesù si “accomodava” nel cuore del suo discepolo, creava una relazione sponsale tra Giovanni e la Parola, un rapporto emozionale e fecondo. Lo saziava con il suo insegnamento, cambiava l'innamoramento spontaneo nell'amore maturo. Così preparava Giovanni a scrivere il quarto Vangelo, il testo che rivela la profonda contemplazione, l'autentico incontro del discepolo con il Figlio di Dio, il riconoscimento della sapienza e dell'amore divino.
"Convertitevi" (gr. μετανοεῖτε) - il giovane Giovanni sente molto spesso questa parola. "Convertitevi", tradotto tradizionalmente come "pentitevi", significa precisamente "cambiate il modo di pensare". Quello che "cambiava il ragionamento" di Giovanni non era tanto il suo sforzo personale, né la rinuncia alla religiosità ormai radicata in lui; quello che lo plasmava era piuttosto l'ascolto stesso della Parola, accolta con leggerezza, con spontaneo affidamento, senza una difesa da scettico, senza nessun dissenso, senza un combattimento della sapienza Divina con la saggezza umana. Giovanni ascoltava la Parola, era un testimone dei miracoli, li compiva anche personalmente; fece dal suo cuore un'abitazione e un veicolo della Parola di Dio. In lui la Parola trovò il suo riposo, il conforto, l'accoglienza.

10. Canto: Come tu mi vuoi

Quarto mistero della luce
La Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor

11. Vangelo

Circa otto giorni dopo questi discorsi*, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. [Lc 9,28-36]
* Otto giorni prima Pietro professò: "Tu sei il Cristo di Dio". Gesù gli rispose, annunciando la sua morte e risurrezione; disse anche che bisogna che i suoi discepoli prendano ognuno la propria croce e seguano il Maestro.

12. Meditazione

Per volontà di Gesù, Giovanni, il discepolo amato, è uno dei tre testimoni dell'avvenimento spettacolare della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Giovanni appartiene quindi al gruppo dei tre discepoli privilegiati. Però il suo privilegio è in funzione della sua preparazione alla persecuzione ed è inoltre un elemento della sua formazione, in quanto egli vivrà più a lungo degli altri apostoli e quindi avrà il compito di testimoniare e insegnare alla Chiesa nascente, fino ai primi anni del II secolo, chi è veramente Gesù. Questo atto di fiducia di Gesù, nei confronti del giovanissimo Giovanni, è quindi in previsione della sua particolare missione. La trasfigurazione sul Monte Tabor è il momento pià intimo e straordinario vissuto da Giovanni, in cui riconosce chi è realmente Gesù, il suo Maestro: gli viene rivelata la sua natura divina. E così l'innamorato Giovanni contempla l'Amore/Gesù. La voce dal cielo esclama: Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo. Il Figlio contemplato genera un figlio contemplante. Molti anni dopo, Giovanni, ormai maturato nell'amore, scrisse: Chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio [1Gv 4,7].

13. Canto: Re di Gloria

Quinto mistero della luce
L'istituzione dell'Eucaristia

14. Vangelo

Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». [Lc 22,14-20]

15. Meditazione

Giovanni è l'unico degli Evangelisti che non inserisce nel suo Vangelo nessun brano sull'istituzione dell'Eucaristia. L'anziano Giovanni, essendo ormai formato nell'amore e dall'amore, avendo contemplato fin dalla sua giovinezza il mistero di Gesù, e in tal modo avendo riconosciuto il lato più profondo degli avvenimenti vissuti e il vero significato della liturgia eucaristica, scopre davanti ai suoi discepoli e ai futuri lettori del Vangelo il vero messaggio dell'Ultima Cena: Dio si fa un servo dell'uomo, fino ad essere spezzato, consumato. Questo messaggio è dato dal gesto della lavanda dei piedi, l'azione riservata agli schiavi. Giovanni ha riconosciuto le intenzioni del cuore di Gesù, non attraverso le parole dell'insegnamento, ma attraverso l'ascolto del battito del cuore del Maestro. Durante la cena appoggiava il suo capo sul petto di Gesù nella silenziosa contemplazione, nel gesto dell'amore inteso come stare insieme, come empatia, "sentire con" Dio, accordare il ritmo del cuore, dei pensieri, delle emozioni, dei propositi e delle attese. Giovanni rimane immerso nell'amore di Gesù, anche se ancora non capisce in che cosa consista essenzialmente e a che cosa conduca tale amore. Il gesto di Giovanni, di appoggiarsi al petto di Gesù (che indubbiamente deve aver ripetuto misticamente in silenziosa preghiera sino alla fine della sua vita), ha fatto maturare il suo innamoramento fino a farlo diventare Amore.

16. Canto: Servo per amore

17. Qualche minuto di adorazione silenziosa di Gesù

18. Preghiera finale e benedizione col Santissimo Sacramento

19. Canto finale: Quale Gioia

9 commenti:

fabietto ha detto...

Complimenti fra Cri! Davvero un'adorazione stupenda!

Smakes ha detto...

Ottimo momento di preghiera Cris... L'immagine di un giovane come Giovanni che si accosta a Gesù per ascoltare il suo cuore mi ha fatto riflettere... :):):)

AmicaPatty ha detto...

Ringraziamo Lui perchè ci ha dato Te, Fra Cri!!!

AmicaPatty ha detto...

... Anche se ti sei permesso di chiamare la CAPA... vice...

fracris ha detto...

Intendilo così: nella gara tra i due "capi" Gabry occupa un onorevole secondo posto, Fabio - il (misero) PENULTIMO posto :D

fabietto ha detto...

Mi accontento con molta umiltà del misero penultimo posto... mi complimento con Gabry per il secondo...

gabry ha detto...

Il Più Grande di tutti ha detto:
"Gli ultimi saranno i primi!"
Quindi io, che oggi sono al secondo e ultimo posto, domani e per sempre sarò al Primo! ;)
Fabio goditi il solo giorno di gloria che ti hanno concesso e inchinati alla Grande Capa! :)

Fra Cri, vedi di fare poco lo spiritoso! :)

fabietto ha detto...

Ma il Più Grande parlava del Regno dei Cieli... io, molto più umilmente, mi accontento di essere "penultimo" in MdF... lascio a te ogni gloria eterna...

gabry ha detto...

Ma chi è in Lui, già gode qui in terra della Sua Gloria eterna!
A te per un pochino ti lascio il Mam, ma giusto perchè sono moltooooo buona!